MEMORIE DI MODA IN SICILIA. IL COMPRENSORIO DI CALTANISSETTA E SAN CATALDO (1945-1980)

La storia della moda e della sartoria nel nisseno e nel sancataldese è un campo inesplorato fino ad ora. Il primo scopo che si prefigge la presente tesi è dunque quello di colmare in parte queste lacune. Diciamo in parte perché l’indagine qui condotta, parziale e non esaustiva, limita l’arco cronologico al secondo dopoguerra, in un periodo compreso tra il 1945 e il 1980. Il secondo scopo discente dal fatto d’essere io nipote di uno stimato sarto sancataldese, Cataldo Ferrara, a cui dedico la tesi, e di volere, per conseguenza, continuare la tradizione sartoriale di famiglia riattivando l’antica bottega secondo le modalità e le strategie dello stilismo contemporaneo.

Dopo avere effettuato una ricerca attraverso documentazioni bibliografiche, fotografiche e soprattutto attraverso comunicazioni orali dirette e indirette sul comprensorio esaminato, è lecito sottolineare come la sua società sia stata in grado di costituire un’organizzazione economica a sé stante ben radicata, che vede come protagonista l’artigianato in tutte le sue forme.

 

La tesi è scissa in quattro capitoli, a cui seguono illustrazioni e tavole di progetto.

Il primo ed il secondo capitolo comprendono un excursus storico dalle origini ad oggi, un’analisi sulla composizione demografica accompagnata da relativi fattori economici del contesto storico preso in esame, le attività culturali e le feste religiose e di paese, rispettivamente di Caltanissetta e di San Cataldo.

Il terzo capitolo analizza in primis i principali avvenimenti della moda italiana del secondo dopoguerra, dal Piano Marshall, passando per il primo defilé collettivo ad opera di Giovan Battista Giorgini e per il boom economico, fino ad arrivare alla consacrazione del Made in Italy. Quindi sono catalogati i costumi tipici nel nisseno e i mestieri locali correlati al mondo della moda. Il contributo si conclude con la biografia di alcuni tra i sarti attivi a Caltanissetta e San Cataldo tra il 1945 e il 1980, da me intervistati, che hanno lavorato su una scala di mercato locale ampia sino all’avvento della confezione. Tale avvento ha comportato una riduzione del costo del capo finito, causando la chiusura di molte sartorie locali. Una nota biografica particolare è stata riservata alla sartoria teatrale di Giuseppe Pilato, per decenni impegnata nella realizzazione di costumi di scena della Settimana Santa sancataldese.

Il soggetto del quarto capitolo ha il carattere del progetto. L’essere nipote di un sarto stimato mi ha indotto a concepire la riapertura della sua sartoria, qui denominata Antica Sartoria Ferrara. Per essa, parte fondante della tesi è dunque devoluta a tutte quelle simulazioni didattiche che nella corretta prassi di avviamento all’impresa sono atto necessario: l’individuazione dello stabile dove era collocata un tempo l’impresa di mio nonno, la valutazione della sua disponibilità strutturale e patrimoniale, la disamina delle nuove leggi vigenti sull’apertura di un’attività artigianale, la relazione con gli enti pubblici di riferimento per un possibile finanziamento, la redazione di un buon Business Plan, la valutazione di una buona politica di marketing e cultura di impresa.

Infine, è tentata la progettazione di una linea di borse in plastica che trae spunto da un reperto progettato e realizzato da Cataldo Ferrara nei primi anni, assunto come prototipo “sentimentale” per il lancio di una prima collezione moda dell’Antica Sartoria Ferrara.

 

Ringraziamenti

Mi è doveroso ringraziare tutti coloro che mi hanno supportata per la realizzazione di questo lavoro.

Ringrazio i miei docenti, per ciò che mi hanno reso capace di apprendere, sviluppando un buon senso critico.

Un ringraziamento particolare va al Prof. Vittorio Ugo Vicari, mio relatore, il quale mi ha donato il gusto del sapere, ed al Prof. Sergio Pausig, che ha curato la parte di progettazione grafica e degli elaborati di tesi.

Ringrazio di cuore Raimondo Ruggieri, per tutto ciò che è stato capace di trasmettermi dal punto di vista culturale, oltre che per i suoi consigli dal punto di vista tecnico; Pippo Nicoletti per il suo supporto fotografico e la sua disponibilità; Rosario Urso e Vincenzo Naro per l’ausilio alla stesura della parte progettuale-finanziaria; Marilena Pirrello e Santino Lo Porto per quello relativo alla parte progettuale-architettonica; Fabio Urso e Cataldo Ferrara per la realizzazione delle piantine dell’immobile.

Ringrazio di cuore la mia famiglia che ha saputo sostenermi nei periodi di difficoltà di questo percorso.